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Giovanni Rizzo: “Quella del pro di poker è una vita a 100 all’ora”

Direttamente dal Casinò di San Remo Giovanni Rizzo ci racconta il suo 2012 tra GD Poker, investimenti in energie rinnovabili ed il rapporto con Kara Scott.

Intervistare Giovanni Rizzo nel 2012 non è semplice, soprattutto se l’unico momento a disposizione per farlo è una delle pause dell’European Poker Tour di tappa a Sanremo e le domande che hai da parte per lui sono tante e quasi tutte completamente inadatte ad un appuntamento pur importantissimo come l’EPT di PokerStars.

Perché, nel 2012, Giovanni Rizzo è una di quelle (poche?) persone con le quali il poker diventa quasi un semplice punto di partenza, un pretesto utile per creare l’occasione di rompere il ghiaccio e far partire una chiacchierata di quelle che difficilmente capita di fare tra un tavolo e l’altro.

Il che, a giudicare da quel messaggio che Giovanni sembra voler far passare a tutti i costi, non può essere un caso.

“Bisogna diversificare” continua infatti a ripetere con convinzione il pro di GD Poker, cercando di spiegare come possa esser soltanto questa la chiave per combattere il male più grande del poker: quella terribile assuefazione che, inevitabilmente, non può non trasformarsi in fortissima nausea di Sartriana memoria.

Modesto al tavolo ma non al commento

Negli ultimi mesi, con una precisione quasi svizzera, Giovanni Rizzo ha cominciato a raccogliere i frutti di quanto seminato in passato in un modo tale da far pensare che, in fondo, una delle parti più belle del poker sia che nel mondo di questo gioco la parola meritocrazia abbia ancora un valore importante e ben definito.

Diventato fin da subito uno dei pilastri del team pro di GD Poker – al quale è approdato dopo un’ottima avventura con PartyPoker – Giovanni è allo stesso tempo uno dei più apprezzati commentatori di poker ed uno dei fidanzati più invidiati del gioco considerata la sua relazione con la bella Kara Scott, anche lei parte della grande famiglia di Party.

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Il poker? Per il momento, per me, è tutto.

[PokerListings] Allora, Giovanni. Ma che razza di parabola è la tua? Normalmente prima si ottengono grandi successi al tavolo e poi si finisce con il fare delle comparsate in video e commenti. Non il contrario.

[Giovanni Rizzo] In realtà ho giocato a poker per molto tempo, ottenendo pure qualche risultato importante in carriera.

Le cose sono cominciate tanti anni fa durante dei viaggi studio a New York, quando andando ad Atlantic City ho cominciato a divertirmi giocando a Limit Hold’Em.

E sono continuate per molto tempo, anche se da esordiente non potevo permettermi troppi tornei live, visto che il mio bankroll non era abbastanza per coprire buy-in, viaggi e tutte quelle spese collegate alla partecipazione dei tornei.

Ci sarà mica un “però” in arrivo?

No, ma i risultati importanti sono arrivati anche al tavolo. Prendiamo le WSOP del 2010, ad esempio.

Durante il Main Event sono riuscito a guadagnarmi un posto nella top5 dei giocatori italiani alle World Series di quell’anno (288esima posizione con un premio di 42.000$ in tasca, ndr), anche se poi Pippo (Filippo Candio, ndr) ha fatto quello che ha fatto e diventando un Niner ha offuscato la prestazione di tutti gli altri.

Detto questo, come giocatore so di esser bravo ma di avere ancora molti margini di miglioramento – mentre nel mondo della comunicazione relativa al gioco, beh, lì sono molto meno modesto perché penso di avere davvero un qualcosa in più.

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Le WSOP 2010 sono andate bene anche se Candio ci ha nascosto tutti

E viene da dire “a ragione”, visto che ultimamente sembra tu sia uno dei pochissimi che riescono a parlare di poker ed a commentare le partite senza far diventare il gioco uno dei momenti più noiosi del mondo. Come è successo?

A me è sempre piaciuto scrivere e l’ho sempre fatto: ho cominciato scrivendo su alcuni giornali di videogiochi,  mi è capitato di scrivere articoli per dei giornali locali e continuo tutt’oggi a farlo anche nel mio blog di GD Poker.

Poi, quella del modo di raccontare il poker è una di quelle scelte prese un po’per caso e che si sono rivelate assolutamente che azzeccate.

Insomma: sai giocare bene, sai parlare bene, sai scrivere (e diciamo che anche quello lo fai bene). Qual è la formazione di Giovanni Rizzo?

Mi sono laureato in giurisprudenza anche se quello che avrei voluto studiare davvero era scienze della comunicazione. E prima di quello ho fatto il liceo classico Tito Livio di Padova, del quale vado ancora particolarmente fiero.

Torniamo al poker e parliamo di GDPoker: l’esser diventato un pro della room rappresenta un punto di partenza oppure un punto d’arrivo?

Ti dirò, credo sia un punto di arrivo ed uno di partenza al tempo stesso. Ho avuto ed ho ancora un ottimo rapporto con Party che ha creduto in me come giocatore e non solo; l’intero gruppo, poi, grazie alla fusione con bwin ha acquistato quel tipo di solidità dei “grandi” che ti fa sentire sicuro e che ti fa capire di esser parte di un qualcosa di importante.

Mi piace il fatto che GD Poker mi permetta di diversificare al massimo il mio impegno con la sala perché per me è importante aver la possibilità di fare qualcosa che non sia solo cliccare bottoni per tutto il giorno, che poi è quello che fa un giocatore di poker online.

Pensa: chiuso con San Remo si va subito a Roma per girare uno spot mentre appena prima che il torneo cominciasse io stavo concludendo il commento di High Stakes Italy – e questo non è poco.

Voliamo a 10 anni da oggi. Come lo vedi il tuo futuro? Imprenditore alla Pagano, uomo attaccato alla famiglia alla Moneymaker, tuttologo magari un po’logorroico alla Negreanu oppure politco alla Adinolfi?

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Fiero del mio liceo classico. La chiave di tutto? Saper diversificare.

Difficile dirlo.  Per ora il poker è tutto. È una vita a 100 all’ora e devo dire che negli ultimi quattro anni ho avuto davvero tantissimo dal poker.

Però, di nuovo, quello che fa la differenza è il saper diversificare perché non sono un Doyle Brunson che starà sempre al tavolo. Commentare, scrivere, giocare, fare l’imprenditore: penso che nel mio futuro ci sia un po’di tutto questo.

Imprenditore di poker?

No. Qualche anno fa ho fatto degli investimenti in un progetto di famiglia legato alle energie rinnovabili e quest’anno ha finalmente cominciato a pagare dei buoni dividendi.

Passando a tempi più realistici, che mi dici degli impegni futuri? Che cosa dice il calendario di Giovanni Rizzo?

Allora. Al termine dell’EPT si vola a Roma per uno spot, poi ci sarà un ottobre abbastanza impegnativo con la prossima tappa del WPT National di GD Poker, il Battle of Malta (organizzato da noi di PokerListings. Ndr) ed i WPT in Marocco e Praga.

Non male, non male. E se potessi scegliere? Dove andresti a giocare?

Las Vegas tutta la vita. Se non ci volesse così tanto tempo per volare in Nevada sarei lì tutti i giorni.

Nessuna preferenza europea?

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Sul mio rapporto con Kara ti dico solo che stiamo bene. Molto bene.

Ma, vedi, è impossibile fare un paragone tra le due. In Europa non vedo nemmeno un posto nel quale ci si prenda la stessa cura dei giocatori che esiste a Vegas.

Se consideri le leggi in vigore in molti paesi, i servizi offerti ed il modo in cui vengono trattati i giocatori, in Europa sembra spesso che i player facciano un favore alla sala presentandosi ai tavoli di gioco.

Avere una bottiglia di Fiuggi al tavolo oppure un'insalata ben fatta quando sei occupato in una partita da, che so, otto ore, è diverso dal dover andare a prendere un bicchiere d'acqua alla macchinetta (e per fortuna che a Sanremo quella c'è!) o vedersi arrivare un panino del [censura].

Poi, certo, come location, cibo etc. sto bene anche in Italia - qui, dopo tutto, ci sono anche i miei amici.

Intervistare Giovanni Rizzo nel 2012, per forza di cose, implica fare almeno una-domanda-una sulla tua relazione con Kara Scott.

(Sorride) Abbiamo scelto di tenere la cosa il più privato possibile e per questo diciamo soltanto che siamo davvero molto felici insieme.

Ecco, parlando di privacy, avreste preferito riuscire a tenere la storia privata? Vi è caduta addosso all’improvviso?

No, non abbiamo cercato di nascondere nulla, abbiamo solo dichiarato di stare insieme e di stare bene insieme. Poi, il resto, rimane in privato.

Grazie mille Giovanni, scusami se ti ho trattenuto un po’ più del consentito. Allora ci vediamo a Malta?

Nessun problema e sì, allora ci vediamo a Malta.

**

Terminate le irrituali sigarette consumate tra una domanda e l’altra, infatti, i quindici minuti di pausa ormai sono belli che andati ed è nuovamente il momento di correre al tavolo e ricordare che siamo a San Remo e che, nonostante le energie rinnovabili, i cambiamenti e le belle fidanzate c’è ancora un European Poker Tour tutto da giocare.

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