Giocare troppo a poker online può essere causa di dipendenza patologica. Tutte le sale sono riservate ai maggiori di 18 anni.
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I siti di poker sono in braghe di tela: la colpa è dei casinò online?

Forse per la relativa complessità del gioco che richiede alcune abilità per poter vincere o per il crescente successo dei casinò su Internet, fatto sta che negli ultimi anni il poker online ha registrato una flessione dei guadagni.

Roulette e casinò online, soprattutto se raffrontati al poker nella versione torneo, risultano più semplici e veloci e generalmente non richiedono particolari abilità. Inevitabilmente un gioco “a soldi” di qualsiasi tipo prevede che diversi avversari perdano la loro posta.

Nel poker, proprio per il fatto che entra maggiormente in gioco la componente dell’abilità, vi è un gruppo relativamente ristretto di professionisti che riesce a guadagnare soldi giocando. Tutti gli altri contribuiscono con le loro perdite ad accrescere il conto in banca dei primi.

A riguardo, il dirigente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Francesco Rodano intervistato nelle ultime settimane da un sito del settore, ha citato l’esempio di un’ipotetica partita giocata contro un famoso tennista: se vi fossero dei soldi in gioco, non scenderemmo certo in campo a cuor leggero.

Poca innovazione?

francesco rodano

Tra le altre concause che avrebbero contribuito a un calo degli affari per il poker online Rodano ha individuato anche la crescente attenzione riservata al problema della dipendendenza dal gioco da parte dell’opinione pubblica e, di conseguenza, dei cittadini.

Il declino di questo settore, sempre secondo il dirigente di ADM, è stato accelerato anche dalla mancanza di innovazione di prodotto. Laddove è stata introdotta l’innovazione, come nel caso dei sit and go con montepremi variabili in Francia e in Italia, che ha imitato i vicini d’Oltralpe, si sono ottenuti risultati positivi.

I tornei “Sit & Go” (siediti e vai) cominciano non appena raggiunto il numero utile prestabilito affinché la competizione abbia inizio. Quando il montepremi è variabile significa che questo coincide solo in parte con la somma versata dai giocatori: l’operatore assegna in modo casuale un jackpot più basso a un dato torneo, che sarà compensato da un premio più sostanzioso assegnato ad un altro torneo. In ogni caso il montepremi dovrà rappresentare almeno l’80 per cento del totale della somma versata.

Dalla scorsa estate, le room italiane hanno la possibilità di introdurre l’opzione multifase nei tornei multitable (si gioca contemporaneamente a più tavoli): possono essere previsti sedici day 1 con altrettante possibilità di rientro dietro pagamento di una quota. Quest’ultima, però, non deve superare i 250 euro.

Marketing troppo aggressivo?

Alcuni come Ale Pastura hanno invece puntato il dito contro una strategia di marketing troppo “aggressiva”, eccessivamente incentrata sul mero profitto e poco sul divertimento, evidenziando anche l’avvenuta riscoperta da parte di diversi giocatori dei circoli live. Questi ultimi, infatti, operano sul territorio italiano grazie all’incertezza normativa e a diverse sentenze della Cassazione che hanno autorizzato la pratica dei tornei di poker.

Se l’Italia piange, la Francia non ride

poker multitable

Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Arjel, l’autorità per il gioco online, in Francia nel 2013 si è assistito a un più 5 per cento dei tornei di poker e a un meno 18 per cento del cash gameNel nostro Paese i dati del primo semestre del 2014 indicano un calo dei guadagni per le poker room pari a circa un miliardo di euro.

Il poker cash game, in particolare, ha registrato meno 28,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013 (da tre miliardi e 70 milioni a 2 miliardi e 200 milioni), mentre il poker a torneo meno 23,5 per cento (da 475 milioni a 363). Il primo posto nella raccolta spetta sempre a Pokerstars, con diversi punti di vantaggio rispetto al secondo competitor, Lottomatica. Paragonate a quelle di altre room, le perdite per Pokerstars sono rimaste comunque contenute.

Record in controtendenza

Nonostante il periodo di recessione per il mondo del poker live e online, il “Battle of Malta”, organizzato da Pokerlistings all’inizio di novembre nelle isole nelle isole Calipsee, ha registrato un record di presenze, sia per quanto riguarda il Main Event che per gli eventi collaterali.

Svanisce l’effetto Moneymaker

Con il passare degli anni sempre meno persone pensano che il poker sia l’El Dorado dei soldi facili. Nel 2003 il 27enne esordiente Chris Moneymaker vinse il primo premio del Main Event delle World Series of Poker: il contabile Moneymaker (è il suo vero cognome) era riuscito a entrare alle Wsop dopo aver vinto un torneo satellite del costo di 39 dollari.

Negli anni successivi l’interesse per il poker live e online crebbe esponenzialmente, secondo quello che è stato definito come “l’effetto Moneymaker”. Sempre più persone parteciparono ai tornei satellite (anziché un premio in denaro veniva offerta l’iscrizione gratuita a un torneo più importante) e le Wsop del 2004 registrarono un numero triplo di iscritti. Lo stesso anno quattro giocatori classificatisi online attraverso tornei satelliti riuscirono a piazzarsi tra i “November nine”. Probabilmente, come diverse mode e fenomeni lanciati negli Stati Uniti, l’onda Moneymaker è giunta qualche tempo dopo in Italia e con lo stesso fisiologico ritardo si è affievolita anche da noi.

Giocare a poker? Meglio che andare in ufficio

poker online

Diversi giovani di tutto il mondo, scriveva Howard Swains sul Times nel marzo del 2006, hanno creduto “che stare a casa davanti a un computer fosse più redditizio che andare al lavoro”. Sempre secondo Swains, “i tornei satellite richiedono una strategia conservativa. Si gioca per la sopravvivenza.

Non c’è l’urgenza di accumulare grandi quantità di fiches per vincere in maniera assoluta. La chiave del successo, in questo caso, sta nell’essere pazienti e nella consapevolezza del proprio ruolo nel torneo in rapporto a quello degli altri giocatori”.

In principio venne Randy Blumel

Andando ancora a ritroso, è grazie a Randy Blumel e alla sua room Planet Poker che il poker online non è più un gioco solo da “smanettoni” (al primo gennaio ’98 risale la prima partita con soldi veri): prima di lui, infatti, si giocava su IRC, un protocollo di messaggistica istantanea privo di interfaccia grafica.

La concorrenza dei social games

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Anche se il calo del poker su Internet non può essere ascritto esclusivamente all’impennata dei casinò online, è un dato di fatto che negli ultimi tempi si è moltiplicata l’offerta dei giochi sul web, non necessariamente a soldi. Tra questi meritano di essere menzionati i social games.

Spesso abbinati a social network, basano la loro fortuna sulla condivisione tra gli utenti e le microtransazioni, attraverso l’acquisto di oggetti virtuali indispensabili per la sopravvivenza del costo spesso inferiore all’euro. Esempi a riguardo sono Zynga Poker, che qualche tempo fa si è trasformato in gioco a soldi veri, e Farmville, sempre del produttore Zynga.

Economia, gioco online e modelli matematici

Per spiegare l’insuccesso nel medio-lungo periodo di alcuni social games, il sito Casinotop10 ha fatto riferimento al ciclo hype di Gartner, un modello grafico realizzato dall’omonima società di ricerca di Stramford (Stati Uniti) per illustrare la reazione del mercato all’introduzione di nuove tecnologie.

In particolare si distinguono cinque fasi. Le prime due (l’innesco dell’interesse e il picco delle aspettative gonfiate) sono in salita. Dopo il picco si scende verso il momento più basso della disillusione (fase 3), per poi risalire verso un livello in cui la produzione si stabilizza. E’ possibile applicare il modello di Gartner al poker online? Se sì, è evidente che questo si trova ora lungo la curva discendente. Resta da capire se si è già toccato il fondo.

Ogni anno Gartner rilascia l’Hype Cycle Special Report: diversi settori, che vanno dalla stampa 3D al cloud computing, vengono analizzati per essere collocati lungo questa ipotetica linea di sviluppo. Nel 2011 è stata inserita nel rapporto anche la “Gamification”, che si potrebbe definire come l’applicazione degli aspetti tipici del gioco (la totalizzazione di punti, l’applicazione di regole e la competizione) in altri ambiti della vita. Giunta al picco più alto l’anno scorso, attualmente la “Gamification” si colloca lungo la prima curva discendente.

Dati Gartner

Contro la crisi arriva il poker russo

Alcuni per scongiurare la crisi si aprono ai mercati stranieri. Vi sono infatti sale da gioco e room online che hanno introdotto altre varianti quali per esempio il poker russo, allo scopo di venire incontro a una clientela sempre più variegata.

Tra i casinò occidentali, quello di Campione è stato il primo a introdurlo. Il poker russo differisce da quello tradizionale per diversi aspetti, come per esempio il fatto che il dealer distribuisce le carte anche a sè stesso e la possibilità di acquistare nuove carte.

Ultimate Poker abbassa la cler

Sempre parlando di poker online, una delle questioni che tengono banco negli ultimi tempi in America è la chiusura di Ultimate Poker. La room del Nevada ha reso noto sul suo sito che dallo scorso 17 novembre ha abbassato per sempre la saracinesca: i clienti che hanno ancora denaro sul conto di gioco verranno risarciti per mezzo di bonifico o assegno. Secondo quanto asserito dalla stessa azienda, la procedura sarebbe già attiva dal 24 novembre. “Per ricevere l’assegno via posta ordinaria – mette in guardia la pagina web – è necessario aspettare due settimane”.

Gli “orfani” vanno da Wsop.com

“Alla chiusura di Ultimate Poker Nevada ci si è chiesti se i clienti di quest’ultima sarebbero ‘migrati’ verso Wsop.com o scomparsi tout court dal mercato – scriveva il sito Online Poker Report all’inizio di dicembre –. A quanto pare, sembra che WSOP abbia saputo intercettare la liquidità rimasta in giro dopo che ‘Ultimate’ aveva cessato l’attività”.

Con grafici e dati alla mano, Online Poker Report ha dimostrato che il traffico del poker online dall’ultima settimana di novembre in Nevada è lo stesso registrato prima della chiusura di Ultimate. “WSOP era favorita, ma hanno anche influito alcune congiunture favorevoli e decisioni chiave nel momento giusto  – riporta lo stesso sito Internet -. Le World series of Poker, terminate qualche settimana fa, con le promozioni e gli eventi connessi, hanno contribuito di riflesso ad accrescere l’interesse per la room Wsop”.

Nei giorni immediatamente successivi alla chiusura, inoltre, Wsop ha offerto ai suoi clienti un bonus-ricarica e ha rilasciato una nuova applicazione IOS per il Nevada. Anche in Nevada, però, si sta verificando un calo del volume di gioco complessivo.

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IL poker online è al capolinea….I server non garantiscono un gioco equo,per questo motivo la gente si è stancata di sedersi a un tavolo e assistere a una farsa!

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